Un passo in avanti secondo il Consiglio europeo. Uno indietro secondo gli ambientalisti. Sta di fatto che lo scorso 28 giugno i ministri dell’Agricoltura europei si sono accordati sulla necessità di definire un obiettivo specifico per proteggere le api mellifere dai pesticidi. Obiettivo che fisserebbe al 10 per cento la riduzione massima delle dimensioni delle colonie in tutta l’Unione europea.

Una netta maggioranza quella degli Stati membri che ha sostenuto al Consiglio Agrifish la proposta della Commissione per l’obiettivo proposto. La soglia sostenuta dai ministri sarà ora presa in considerazione dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) per finalizzare il documento di orientamento. “Oggi il Consiglio ha compiuto un passo significativo verso la definizione di un obiettivo specifico di protezione delle api mellifere”, ha detto in una nota la ministra portoghese dell’Agricoltura, Maria do Céu Antunes. “Le api non sono solo parte essenziale dei nostri ecosistemi, ma contribuiscono anche a garantire all’agricoltura un futuro sostenibile impollinando le colture”.

Le api impollinano 71 delle 100 colture che forniscono il 90 per cento degli alimenti a livello mondiale.

L’apparente soddisfazione dei rappresentanti delle istituzioni arriva dopo che numerosi Stati membri contestavano la significativa riduzione nell’impiego dei pesticidi, in particolare dei neonicotinoidi, ritenuti tossici per le api mellifere e altri importanti impollinatori. Ne è nata una discussione che continua dal 2019 e che è culminata ieri. “Ora possiamo mettere le discussioni alle nostre spalle e concentrarci finalmente sul raggiungimento dei risultati desiderati”, ha detto Stella Kyriakides commissaria per la salute e la sicurezza alimentare.

Una politica in contrasto con il Green Deal

Ad affermarlo è la rete Pesticide action network Europe (Pan), che spiega come gli esperti degli Stati membri già nel 2013 avessero concordato una riduzione massima del 7 per cento delle dimensioni delle colonie di api da miele a causa dei pesticidi. “Il cosiddetto documento di orientamento per le api non è mai stato approvato dai ministri dell’agricoltura dell’Ue perché temevano che l’approccio avrebbe eliminato troppi pesticidi dal mercato”, spiega l’associazione. Sempre secondo il gruppo di promozione di un’agricoltura dai minimi impatti ambientali, per circa otto anni gli Stati membri avrebbero continuato a rifiutare di procedere con il miglioramento della valutazione del rischio sulla tossicità dei pesticidi sulle api.

Un'ape su un girasole
Le api hanno una sofisticata tecnica di atterraggio © Dmitry Grigoriev/Unsplash

Siamo molto preoccupati perché consentire una riduzione del 10% delle dimensioni delle colonie di api mellifere significa che accettiamo un impatto importante dell’uso dei pesticidi sugli insetti”, sottolinea artin Dermine, responsabile della politica sanitaria e ambientale di Pan Europe. “Ciò manterrà sul mercato i pesticidi che sono uno dei principali motori del declino degli impollinatori in Europa”.

Cosa è successo finora

Ai sensi del diritto dell’Ue, è possibile utilizzare pesticidi in agricoltura solo se una valutazione globale del rischio dimostra che tale uso non danneggerà la salute umana o animale né comporterà livelli inaccettabili di danni ambientali. I livelli di rischio attuali si basano sul documento di orientamento sull’ecotossicologia terrestre elaborato dalla Commissione europea nel 2002.

Nel 2002, la Commissione ha pubblicato una guida sull’ecotossicologia terrestre che include una sezione sulla valutazione del rischio che i pesticidi comportano per le api da miele. Nel 2011 la Commissione ha chiesto all’Efsa un parere scientifico come base per lo sviluppo di una valutazione del rischio dei prodotti fitosanitari per le api (Apis mellifera e Bombus spp.) e per preparare un documento di orientamento.

Dal 2013, anno della pubblicazione del documento, e nonostante i ripetuti sforzi della Commissione per ottenere l’approvazione di questo documento, una netta maggioranza di Stati membri si è costantemente opposta a tale approvazione poiché riteneva che la sua attuazione non fosse possibile nella pratica.

Per superare questa fase, nel marzo 2019 la Commissione europea ha chiesto all’Efsa di sottoporre a revisione il suo documento di orientamento relativo alle api del 2013. Nel contesto di tale revisione, la maggioranza degli Stati membri ha espresso la propria preferenza per un approccio alla valutazione del rischio che tenga conto della variabilità naturale delle dimensioni delle colonie di api mellifere. Tra i punti che hanno portato a tale decisione c’è certamente anche quello che richiede che gli obiettivi siano “realizzabili”. Evidentemente il 10 per cento di perdita delle colonie è quello più realistico, anche se davvero rimane il dubbio se non si potesse chiedere di più.