Sembrerebbero di matrice dolosa gli incendi divampati nel parco naturale regionale Bosco e Paludi del Rauccio, a pochi chilometri da Lecce, in Puglia. A dirlo sono le guardie ecologiche che sono intervenute sul posto. Due roghi sono divampati uno dopo l’altro in distinte aree di canneto causando enormi danni alla vegetazione ma soprattutto alla fauna, colpita nel pieno ciclo riproduttivo. Cominciano, infatti, in questo periodo le prime nidificazioni e i primi accoppiamenti.

Incendi
Un vigile del fuoco tenta di spegnere un incendio © FJ/Unsplash

Decine di rospi sono morte negli incendi

I vigili del fuoco e le guardie ecologiche hanno lavorato per ore nel tentativo di spegnere le fiamme ma le operazioni sono risultate più difficili del previsto a causa delle conformazione impervia del terreno. Oltre ad aver recato un grave danno alla vegetazione, gli incendi hanno causato la morte di decine di anfibi, soprattutto rospi, che sono stati trovati carbonizzati. “È un danno gravissimo – ha commentato il direttore del parco Antonio De Rinaldis –. Si tratta di un’area prettamente paludata abitata da esemplari anfibi che hanno una limitata capacità di spostamento. L’aggressione delle fiamme ha comportato la morìa di decine di questi animali, riverberandosi sul ciclo riproduttivo dell’habitat”.

È infatti in questo periodo che avvengono i primi accoppiamenti e le prime nidificazioni: i rospi, dopo aver trascorso i mesi invernali al riparo sotto il terreno nei boschi e nei campi, con le temperature più miti iniziano a spostarsi verso gli specchi d’acqua per deporre e fecondare le uova. Questi incendi ne hanno pregiudicato il ciclo riproduttivo e hanno fortemente compromesso la vegetazione di quella che è un’area naturale protetta.