La National geographic society, organismo scientifico ed educativo che si occupa di cartografia di terre, mari e cielo, ha riconosciuto ufficialmente l’esistenza di un quinto oceano nel mondo. Si tratta dell’oceano Antartico – detto anche Australe o Meridionale  che si affianca così all’Atlantico, al Pacifico, all’Artico e all’Indiano.

Le caratteristiche geografiche e naturali del nuovo oceano

Il “nuovo” oceano racchiude la maggior parte delle acque situate attorno alla regione antartica, fino al 60esimo parallelo Sud. Ad eccezione del Canale di Drake e del mare di Scotia. A darne notizia è un articolo apparso sul National Geographic, nel quale si sottolinea come l’oceano Antartico presenti caratteristiche del tutto peculiari. L’aria è più fredda, i ghiacciai presentano una colorazione più bluastra. Ed è “il solo bacino a confinare con tre altri oceani, nonché l’unico che abbraccia completamente un continente”, ha precisato la biologa marina Sylvia Earle.

Contrariamente agli altri oceani, i cui confini sono definiti dai continenti che li delimitano, l’Antartico è “limitato” da un flusso chiamato corrente circumpolare antartica. Essa attira le acque di Atlantico, Pacifico e Indiano e alimenta così il sistema di circolazione mondiale che distribuisce calore nel Pianeta.

L’oceano Antartico era stato già riconosciuto ma solo da alcuni

Il riconoscimento dell’Antartico, tuttavia, non ha ricevuto un consenso unanime da parte della comunità scientifica. Il dibattito, al contrario, è animato ormai da anni. Ad esempio, l’Organizzazione idrografica internazionale, che lavora per le Nazioni Unite, aveva decretato l’esistenza dell’oceano nel 1937. Tornando però sui propri passi nel 1953. Negli Stati Uniti, invece, il nome è utilizzato dal 1999. Ma è soltanto nel 2021 che la Noaa, la National oceanic and atmosferico administration, ha ufficializzato l’esistenza di un bacino distinto.

Una colonia di pinguini nell'oceano Antartico
Una colonia di pinguini nell’oceano Antartico © Liam Quinn/Wikimedia Commons

“L’oceano Antartico è riconosciuto da tempo dagli scienziati, ma poiché non è mai stato trovato un accordo internazionale, non l’avevamo mai riconosciuto ufficialmente”, ha spiegato Alex Tait, geografo della National geographic society. A spingere verso il riconoscimento è stato, infine, il fatto che il bacino ospita anche degli ecosistemi marini tanto unici quanto fragili. In questa ottica, considerare ufficialmente l’esistenza dell’oceano Australe potrebbe aiutare a sensibilizzare sulla necessità di salvaguardarlo.