Era cominciato come un normale controllo di routine, ma le autorità dell’aeroporto Seymour, sull’isola di Baltra, alle Galapagos, hanno trovato qualcosa di inaspettato mentre ispezionavano una comune valigia rossa: al suo interno erano stati nascosti 185 cuccioli di tartaruga gigante avvolti nella plastica e schiacciati gli uni sugli altri per limitarne i movimenti.

Come stanno i 185 cuccioli di tartaruga

Dopo il controllo ai raggi x, che ha segnalato l’anomalia, le autorità aeroportuali hanno immediatamente sequestrato la valigia, che viaggiava senza passeggero verso la città di Guayaquil, in Ecuador, e il cui contenuto era stato dichiarato essere semplici souvenirs.

Dieci dei piccoli erano ormai senza vita e altri cinque sono morti nei giorni successivi, probabilmente per lo stress di essere separati dal loro habitat naturale e costretti a viaggiare in queste condizioni.

Non si sa ancora con certezza da dove provengano le tartarughe. Washington Tapia, direttore dell’ong Galapagos conservancy, ritiene che possano essere state prelevate dai loro nidi e che abbiano tra uno e sei mesi di vita al massimo. “Questi cuccioli sono stati trovati in condizioni tremende e sembrano molto sottopeso. Stiamo analizzando la grandezza e il peso di ognuno di loro per capire meglio lo stato di salute in cui si trovano”, ha affermato.

I 170 sopravvissuti sono stati portati al Giant tortoise breeding and rearing center sull’isola di Santa Cruz che è diretto dal Galapagos national park directorate (Gnpd) e da Galapagos conservancy, dove verranno accuditi dai veterinari.

Chiesta la massima pena per i responsabili

Per il momento, l’agente di polizia Nixon Alejandro è stato arrestato per il tentato contrabbando degli animali e accusato di crimini contro la natura, che nel paese prevedono pene da uno a tre anni di reclusione. Le autorità stanno ancora indagando su eventuali complici.

“Non ci pensiamo due volte quando ci troviamo davanti a persone del genere, che fanno così male alla società, all’ambiente, alla salute e all’ecosistema. Chiederemo il massimo della pena”, ha dichiarato Marcelo Mata Guerrero, ministro dell’ambiente ecuadoregno. La speranza ora è che il suo approccio venga capito e seguito in tutto il mondo perché dimostra una profonda comprensione dell’importanza di tutelare la natura e gli ecosistemi. Specialmente in un anno come questo.